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"Il tempo ritrovato è di gran lunga più piacevole di quello perso" (Cit. di Giovanna Albi)

domenica 7 luglio 2013

Recensione al testo di Nicoletta Bortolotti Sulle onde della libertà Mondadori2013

Buonasera, sono Giovanna , con estremo compiacimento ti presento la mia recensione al testo di Nicoletta Bortolotti Sulle onde della libertà.
Parlavo di compiacimento, perché questo è il sentimento che provo nel sentirmi amica di Nicoletta, scrittrice di prestigio della nostra letteratura contemporanea.
Il testo è un canto libero all'amicizia e alla libertà ; vede come protagonisti Mahmud che vive a Gaza City, una terra dilaniata dai bombardamenti, ed è palestinese e Samir, israeliano. Hanno una passione in comune : il surf,  amano cavalcare le onde come gesto di ardimento estremo , come prova della loro capacità di vivere in una terrà di guerra e di conquista. Grazie ad un maestro di surf, imparano insieme a cavalcare le onde e non vi è differenza se l'onda è palestinese o israeliana. Il contenuto del testo, adatto ai bambini di nove anni, ma molto utile anche agli adulti, rende esplicito il mondo dei bambini e fin dove può spingersi la loro fantasia.
Di onda in onda affrontano e superano nemici reali o fittizi e ricostruiscono un kòsmos idilliaco lì dove domina il kàos dell'infame conflitto; lì dove si parla solo di armi e combattimenti  finisce per regnare la pace all'interno di un'amicizia che è rispecchiamento degli uguali. Lì dove finisce il conflitto inizia la pace e si ricostruisce un ordine all'interno delle singole famiglie. Lasciarsi accarezzare dalle onde significa recuperare il contatto con l'elemento acqua, fonte di vita eterna, incarnato dalla figura della madre, il primo elemento con cui i due fanciulli entrano in contatto, con cui stabiliscono un rapporto di intesa profonda , all'interno di una visione matriarcale. Un elemento madre salvifico che cementa e unisce lì dove la guerra degli uomini distrugge.
Questa è, se non vado errata, l'idea di fondo di un libro che ci fa entrare entro il mondo dei fanciulli con tutti i mostri mentali e i fantasmi della mente da distruggere per respirare a cielo aperto come il gabbiano di Jonathan. Un libro in cui i sogni la fanno da padrone e in cui non c'è spazio per il male, che viene sconfitto con la fantasia. Un libro fresco , una ventata di ottimismo , in un mondo quale il nostro in cui deserto emotivo e bancarella delle emozioni mettono in mostra la nostra pochezza di uomini. Ecco che solo i bambini con la loro purezza estrema, nella loro "bambinopoli" hanno la funzione di salvare il mondo,con la consapevolezza che in un videogiochi, se elimini un nemico, ti evolvi e guadagni energia , in una guerra, se elimini un nemico, ti involvi perché lasci qualcuno privo dei suoi affetti più cari.
Sembrerebbe un libro semplice per bambini e invece è un libro ricco di implicazioni psicologiche che ci fa capire che distruggendo il nostro nemico finiamo col distruggere noi stessi perché siamo tutti esseri umani sotto la legge del cielo, così come non c'è differenza tra un palestinese e un israeliano non c'è nessuna differenza tra tutti gli esseri umani, degni di pari dignità al cospetto della madre-terra.
L'importante è trovare il proprio baricentro senza sentirsi sconfitti né sconfiggere ma restituendo pari forza ai singoli individui e ai rispettivi nuclei familiari.I bambini giocando, sotto la guida di un maestro,diremmo un guru,aspettano l'onda come una forza che fa da collante in una terra divisa dalla guerra.


 Scoprono così di avere i medesimi interessi e trovano tutti la maniera di restare in piedi in equilibrio sul mondo come acrobati dell'acqua;l'acrobazia nell'acqua è la metafora della vita e di tutti gli sforzi che dobbiamo affrontare per rimanere in equilibrio, salvandoci la pelle e salvandola agli altri. Un inno alla solidarietà umana è il testo della Nicoletta Bortolotti in un stile limpido, fluido, fruibile, fresco come il mondo incontaminato dei bambini che si fa insegnamento etico per gli adulti.
Un libro da leggere nelle scuole, soprattutto elementari, come monito a non ripetere più gli errori dei grandi.

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