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"Il tempo ritrovato è di gran lunga più piacevole di quello perso" (Cit. di Giovanna Albi)

mercoledì 3 aprile 2013

Recensione di Susanna Polimanti

Ciao sono Giovanna, oggi vi voglio presentare la recensione al mio libro "Odore di bimbo- La storia di Chiara di Susanna Polimanti



Aggiornamento di stato
Di Giovanna Albi
Odore di bimbo- La storia di Chiara di Giovanna Albi (Robin Edizioni) è un libro eccellente, come pochi altri nella nostra letteratura contemporanea. Ci accompagna nella lettura Chiara, protagonista e custode di sensazioni, pensieri ed anime; con immagini chimeriche, argutamente ironiche, ci guida lungo i sentieri della memoria fin “nei sotterranei dell’io”, in quello che lei chiama un “castello”, in realtà la vita, osservata con sguardo maturo e volutamente distaccato dove si affacciano anche tutti gli altri personaggi del suo vissuto. Ad esprimere determinati meccanismi psichici e fantastici, Chiara rievoca figure della letteratura, della filosofia e della mitologia classica, che si prestano nella sua brillante fantasia per un’analisi accurata di uomini e donne, in particolare dell’uomo che non ha mai smesso di amare, al quale attribuisce un “ odore di bimbo”, che sa di borotalco ed ha il piacevole gusto di un biscotto Plasmon. L’odore risveglia in lei associazioni, emozioni e ricordi di un tempo ormai perduto che influisce sul suo modo di agire indipendentemente dalla sua stessa ragione. Ripercorrendo a ritroso le fasi della sua infanzia ed arrivando alla maturità, c’imbattiamo nei personaggi a lei vicini, familiari, amici e colleghi e di ognuno ci fa assaporare una descrizione minuziosa e raffinata, a volte persino simpatica e divertente.
Un tema ricorrente nel libro è l’inadeguatezza e l’inibizione di un’errata psicoanalisi, Chiara l’ha testata su se stessa e la sconsiglia come terapia totalizzante, spiegando i rischi di un’analisi condotta a senso unico che può far perdere la persona reale, esistente e vivente, annientando la stessa anima che necessita, al contrario, di esprimersi in ogni suo più recondito aspetto.
Lo stile della scrittrice è erudito, elegante, dolce e crudele in alcuni passi, dal sapore gradevole e piccante in altri. Il ritmo analitico della sua scrittura è veloce e lento ad un tempo. La Albi rettamente utilizza le sue facoltà intellettuali e morali, servendosi con accurato discernimento ed onestà delle proprie conoscenze. È sicuramente uno stile non semplice per chi a digiuno di un vasto patrimonio culturale ma la lettura ne rappresenta comunque uno stimolo per una precisa e fruttuosa riflessione. Odore di bimbo – La storia di Chiara è un piccolo capolavoro d’ introspezione psicologica ed intimistica.
Senza alcun equivoco lo definirei un saggio di psicologia umanistica in formato ridotto, chiunque nelle pagine della Albi può letteralmente leggere se stesso, condividendo con la scrittrice la sottile critica nei confronti del troppo razionalismo e della perdita di quei sentimenti di amore, lealtà e correttezza che tendono ad impoverire l’essenza dell’uomo. A tale riguardo la Albi scrive: “Una persona d’eccezione in questo tempo di deserto emotivo e di anaffettività generalizzata dove ciascuno guarda il suo hortus conclusus e quello dell’altro solo per invidia malefica”. Un libro che ci tocca tutti nel profondo, perché ogni individuo può preferire di rimanere nel proprio “castello” e spingere la propria emotività in uno “sgabuzzino” se recepita dal mondo esterno unicamente come elemento di disturbo e di fragilità caratteriale. In realtà Chiara dimostra coraggio e spiccata intelligenza emotiva.
La storia della Albi fa dialogare mondi diversi ma contigui, tra le righe scopriamo pensieri, emozioni e giudizi che appartengono a tutti ed un valido messaggio: trionfa sempre l’amore, in ogni sua sfumatura, l’amore indissolubile verso un figlio, l’amore per il proprio uomo.
A Giovanna Albi rivolgo tutta la mia più profonda ammirazione, anche per l’effetto di curiosità che lascia nel lettore, voluto espressamente dalla sua abile penna. Ritengo quanto mai appropriate le parole di Joseph Conrad, il quale scrisse: «… si scrive soltanto una metà del libro, dell'altra metà si deve occupare il lettore.»

La brillante e toccante recensione è di Susanna Polimanti.
Grazie, cara amica, assolutamente commossa.

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