Ivana e La Favola a Teramo
Ho lasciato Teramo negli anni ’80,
città ridente in collina, a pochi chilometri dal mare e dalla montagna; posso
ammirare dalla mia casa l’imponenza solitaria del Gran Sasso e ancora ne
rimango commossa e intrigata. Vi sono ritornata da soli tre anni, per una
disavventura lavorativa; sembrerebbe un destino, ma è stata una scelta: un’
imponente nostalghìa del ritorno mi ha ricollegata alle mie radici.
Essere è ricordare e io Teramo
non l’ho mai cancellata: qui i primi passi verso la vita, i miei studi, i primi
fremiti di amore, le prime lacrime sulle note di Baglioni, di De Gregori, di
Dalla, e di tutti i più capaci e sensibili cantautori degli anni ’70. Ho
ritrovato una Teramo non molto diversa (lasciamo stare la crisi economica!): le
stesse persone,nel senso umano del termine, gli stessi aromi, profumi, lo
stesso affetto, l’attenzione ai rapporti umani. Andiamo al dunque: ho qui
ricucito anche i rapporti culturali, e ho pensato di presentare il mio libro
nella Sala San Carlo, perché sapevo, come è stato, che avrei trovato amici e
parenti solidali con me. Come si dice, giocavo in casa, ma l’avventura non
avrebbe avuto per me il valore che ha, fino a diventare una mattina indimenticabile,
se non ci fosse stato anche il mio amico fraterno, Ciro Pinto, grande scrittore
e romanziere, nato a Napoli, dove tuttora vive, accompagnato dall’amabile
moglie, Lucia, donna saggia, umana ed intelligente. Talora Facebook avvicina
anime diverse e pur uguali, come quella mia e di Ciro, sicché abbiamo deciso di
presentare i nostro libri insieme, perché, benché diversa l’impostazione dell’opere
, lo stile, i contenuti, identica è la passione per lo scrivere e l’attenzione
per la figura della donna , presente in entrambe le opere.
E meno male che conosco bene e
sono amica della grande professoressa Maria Cristina Marroni, la quale ha
mirabilmente guidato la conferenza alla sala San Carlo, introducendo al tema,
facendo una presentazione brillante ed esaustiva dei nostri testi, rivolgendoci
intelligenti domande. Il tutto ci ha consentito di parlare di letteratura
divertendoci in una sala attenta, dove c’era una rappresentanza degli alunni
del Liceo Classico di Teramo, accompagnati dalla Preside Loredana Di Gianpaolo
e dalla professoressa Gabriella Liberatore; non finirò mai di essere loro
grata, perché soprattutto alle nuove energie ci rivolgiamo quando scriviamo,
perché loro sono la speranza in un futuro migliore di quello che stiamo
vivendo.
Il tema del bello ha dominato la
prima parte della conferenza attraverso l’analisi del mio libro, che,
ambientato in una Grecia sospesa nel sogno, tratta proprio del bello, dell’
amore e dell’ amicizia, specie tra donne. Ma soprattutto abbiamo parlato della
forza del ricordo, della necessità della memoria. Anche quando diventa
intrusiva, la vita è sostanzialmente ricordo. Molti i riferimenti alla
classicità: dalla percezione del tempo, all’impostazione filosofica, alla
riflessione sull’amore in un romanzo, quale è il mio, che è sostanzialmente educazione
sentimentale.
Ha magistrarmente interpretato la lettura di brani della mia opera Vincenzo Castaldo, figlio del noto pittore napoletano, Carmine Castaldo, autore dello splendido dipinto rappresentato nella copertina del mio libro.
Grazie di Cuore, Vincenzo!
Ha magistrarmente interpretato la lettura di brani della mia opera Vincenzo Castaldo, figlio del noto pittore napoletano, Carmine Castaldo, autore dello splendido dipinto rappresentato nella copertina del mio libro.
Grazie di Cuore, Vincenzo!
Poi ci siamo spostati a Cetona,
nel Senese, attraverso il libro di Ciro, che, abile romanziere, ha tessuto una
storia che ruota attorno al problema di Ivana, che è sostanzialmente l’alter
ego di tutti i personaggi presenti nell’opera: Andrea, Laura e Sara. Ma oltre al
tema del doppio, topos letterario, il libro presenta una seria e costruttiva
riflessione sui giovani e sulla crisi economica che ci attraversa, argomenti
centrali nel mondo concettuale di Ciro, insieme all’attaccamento ai sani valori
della terra ai sapori veri della vita che il protagonista, Andrea, ritrova in
questo locus amoenus di Cetona, magistralmente rievocato in un tempo sospeso
tra Medioevo e Rinascimento.
Un grazie di cuore a tutti i
presenti, attenti ascoltatori della nostra conferenza, ma soprattutto alla mia
città, Teramo, che mi accoglie sempre con la stessa emozione, perché la terra d’
Abruzzo è assolutamente meravigliosa e deve solo essere rivalutata per la sua
grandezza antica e moderna.
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